Fasce tampone e sistemi filtro forestali
IRIDRA ha partecipato a diversi studi territoriali per ridurre l’inquinamento agricolo, ricorrendo – tra l’altro – a fasce tampone, ed offre supporto per la pianificazione d’area vasta, per la progettazione (in particolare delle forme più complesse, come mostrato in approfondimento) e per la stima degli effetti, in termini di riduzioni di carico dei diversi inquinanti.
Le Fasce Tampone (FT) sono fasce di vegetazione erbacea, arborea ed arbustiva, generalmente - ma non necessariamente - poste lungo i corsi d’acqua del reticolo idrografico minore, in grado di agire come “filtri” per la riduzione di inquinanti che le attraversano, grazie a diversi processi:
- assimilazione, trasformazione e immagazzinamento dei nutrienti presenti nel terreno;
- ritenzione del sedimento e degli inquinanti ad esso adsorbiti;
- azione di sostegno all’attività metabolica dei microrganismi presenti nel suolo.
In generale le FT sono in grado di svolgere la loro azione filtro sui solidi sospesi e su nutrienti e pesticidi, disciolti o adsorbiti sul particolato.
Fasce tampone "classiche" lineari
Le fasce tampone “classiche” sono fasce lineari poste al margine dei coltivi. Possono avere ampiezza molto variabile: da fasce erbacee o arbustive-arboree monofilare di 1-3 metri di ampiezza a fasce plurifilare ampie oltre 10 metri.
Le FT monofilare agiscono sui deflussi sub-superficiali delle acque facilitando denitrificazione e rimozione azoto, ma hanno scarsi effetti sui sedimenti e sul fosforo che viaggia adsorbito su particelle organiche di sedimento.
Schema FT per trattamento carichi N veicolati tramite deflusso sub-superficiale (Fonte: gentile concessione di B.Boz)
Fasce tampone con fascia erbacea
La presenza di una fascia erbacea tra il limite dei coltivi e la siepe arboreo-arbustiva mono o bifilare permette di migliorare la capacità della fascia tampone di intercettare sedimenti e fosforo. L’azione della fascia erbacea permette di intercettare e rallentare i deflussi, evitando che si formino “canali preferenziali”.
FT con fascia erbacea per trattamento carichi P e N veicolati tramite runoff (Fonte: gentile concessione di B.Boz)
Fasce tampone con canale di carico (fasce tampone + fitodepurazione)
Un effetto depurativo ancora maggiore può essere ottenuto realizzando scoline di carico fra l’area coltivata ed i filari arborei/arbustivi, che intercettano i deflussi da runoff; si costituisce così di fatto un sistema integrato di fitodepurazione - fascia tampone: il canale di carico (che viene rapidamente colonizzato da vegetazione acquatica) svolge la funzione di sedimentazione (deposito e accumulo di solidi sospesi e fosforo) e fitodepurazione; l’acqua immagazzinata nel canale di carico filtra poi lentamente attraverso la fascia tampone (ora per via sub-superficiale, e quindi con trattamento anche dell’azoto nitrico) per raggiungere il corpo idrico.
FT con canale di carico per trattamento carichi N e P veicolati tramite runoff (Fonte: gentile concessione di B.Boz)
Aree filtro forestali
Si tratta dello stesso principio delle “fasce tampone classiche” applicato allo scarico di un depuratore: è una sorta di “trattamento terziario naturale” per rimuovere i nutrienti residui (azoto e fosforo) prima dello scarico in un corso d’acqua. Lo scarico del depuratore – eventualmente postrattato per garantire la completa rimozione dei solidi sospesi e un’adeguata riduzione del BOD – recapita in un canale da cui l’acqua scorre a flusso sub superficiale attraverso filari di alberi e arbusti per poi essere drenata in un canale di scarico e fluire verso la destinazione finale dello scarico. Il sistema permette il recupero dei nutrienti che vengono incorporati nella biomassa degli alberi, che possono essere periodicamente tagliati per recuperare biomassa. Un noto esempio di area filtro forestale è quella di Enköping in Svezia, dove l’acqua in uscita dall’impianto, dopo essere stata accumulata in due grandi vasche di decantazione, viene utilizzata per l’irrigazione di un sistema filtro forestale di 80 ettari coltivato a salice.
Vista dell’impianto di Enköping: in primo piano l’impianto di depurazione convenzionale, al centro le vasche di accumulo e decantazione, sullo sfondo le estese aree a salice irrigate con i reflui del depuratore. L’immagine è ripresa dalla cima di uno dei “boiler” del limitrofo impianto di cogenerazione, che, anche grazie alla biomassa proveniente dall’impianto a salice, produce la totalità del calore necessario all’abitato di Enköping e il 50% dell’energia elettrica richiesta. Foto di “Varmeverket” modificata.